UGL: scandalo politiche del lavoro in Sicilia, 250 licenziati dalla Regione Siciliana ma con il lavoro garantito
L’UGL Telecomunicazioni scende in campo scrivendo al Presidente della Regione Siciliana, all’Assessore al Lavoro della Regione Siciliana, a tutti gli Assessori del Governo della Regione Siciliana e ai Deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana e lanciando agli organi di stampa un comunicato stampa.
Nella lettera a firma di Venanzio Cretarola Segreteria nazionale UGL Telecomunicazioni che la nostra redazione a seguire pubblica integralmente, lo scandalo politiche del lavoro in Sicilia: 250 licenziati dalla regione siciliana, ma con il lavoro garantito.
Parafrasando Ennio Flaiano: “La situazione non è seria, se non fosse invece drammatica”.
Pubblichiamo il testo integrale della lettera:
Mentre la Regione Puglia stanzia risorse per “salvare” 280 posti di lavoro nel Call Center che lavora per WIND (LINK della notizia in calce) la Regione Sicilia decide di “licenziare” 250 dipendenti della Cooperativa CALL IT che erano addetti allo stesso servizio svolto dai lavoratori pugliesi per WIND.
Con l’aggravante che in questo caso salvare i 250 posti di lavoro non costerebbe nulla alle Casse pubbliche e WIND continua a scrivere a Regione, Ministero del Lavoro e Sindacati di essere pronta a garantire tutti i dipendenti di CALL IT.
Tutto questo solo per una “firma” che i Dirigenti dell’Assessorato al Lavoro rifiutano di mettere sulla nuova Convenzione richiesta da mesi da WIND con cui si garantisce il lavoro a tutti, inventandosi interpretazioni legali assurde, illegittime e campate in aria.
Sostengono che glielo vieta un Parere legale dell’Avvocatura regionale, che continuano da mesi a dichiarare “secretato”. Si scopre invece che quel parere legale ce l’hanno tutti, e soprattutto che afferma l’esatto contrario di come lo raccontano i Dirigenti del Settore Lavoro e cioè che la firma sulla nuova Convenzione si può mettere eccome, esattamente come ha fatto la Regione Lazio 8 mesi fa con WIND per una delle 3 sedi di CALL IT nelle identiche condizioni di Palermo.
è accaduto perfino che la Dott.ssa Rizzo (che rifiuta di firmare) ha affermato – in riunione plenaria con Ministero del Lavoro e tutti i sindacati – di non averlo mai letto (eppure il suo rifiuto lo basa su quel parere).
RISULTATO:
250 lavoratori di Palermo disoccupati senza alcun motivo “produttivo”, per i quali WIND continua a garantire l’integrale continuità occupazionale.
Basta una firma, che l’Avvocatura siciliana afferma di poter apporre!
A gennaio scorso CGIL, CISL, UIL e Ministero del Lavoro – ignorando del tutto il Parere legale favorevole – firmano una sconcertante richiesta di Cassa integrazione per l’80 % delle ore perse (il restante 20 % dovrebbe pagarlo la Cooperativa CALL IT che non ha più lavoro e quindi non lo pagherà) in attesa di nuove commesse di lavoro di cui non c’è traccia e dimenticando la commessa di lavoro che WIND continua ad offrire a Regione e sindacati.
Incredibilmente nel medesimo Verbale di richiesta della Cassa si legge testualmente che WIND è pronta a garantire l’occupazione, affermazione che rende improponibile l’approvazione della Cassa da parte della Divisione competente del Minlavoro e dell’INPS, per esplicita previsione legislativa.
Perla finale: i 3 sindacati firmano con CALL IT un accordo con cui si chiede il pagamento diretto da INPS della Cassa (per un importo di molto inferiore allo stipendio), dato che CALL IT non ha soldi e nemmeno nuove commesse di lavoro. Poiché INPS impiega diversi mesi per erogarla, si è concordato un cosiddetto “prestito” che la Cooperativa fa ai propri soci che sottoscrivono l’impegno a restituirlo alla Cooperativa dopo l’erogazione da INPS, pena la sottrazione di pari importo dal TFR dei soci dipendenti.
Cioè i lavoratori si fanno un prestito con i loro soldi e se INPS non approva la Cassa, come tutto fa temere, ci rimettono anche gran parte del loro TFR.
Sono inevitabili ricorsi legali ad ogni livello.
A condimento di questa situazione drammatica (250 disoccupati con posto di lavoro garantito, ma eliminato dalla Regione Siciliana) la stessa Regione convoca i lavoratori in Cassa per offrire percorsi di ricollocazione al lavoro a chi un lavoro ce l’aveva eccome!
E questa è una autentica, perfida presa in giro. Dopo il danno la beffa.
A Palermo ci sono oltre 200 lavoratori che hanno volontariamente deciso di non lavorare, ma ce ne sono oltre 40 i quali, insieme a decine di colleghi di Napoli nelle stesse condizioni, che invece hanno dichiarato formalmente di voler lavorare invitando le rispettive Regioni a firmare la nuova Convenzione, lavoratori con pari dignità e diritti ma invece del tutto ignorati dai dirigenti siciliani.
Ma la Regione Siciliana ha incredibilmente deciso, dichiarandolo formalmente, di fare ciò che hanno deciso coloro che non vogliono lavorare, con una Atto amministrativo assolutamente illegittimo.
La misura è colma.
COSA ALTRO OCCORRE PER ESIGERE UN IMMEDIATO INTERVENTO DELLA GIUNTA REGIONALE E DI TUTTO IL CONSIGLIO REGIONALE SICILIANO, PER EVITARE DI RIVOLGERSI ALLE ORGANI COMPETENTI, NESSUNO ESCLUSO?
Ecco a seguire il link di uno di tanti articoli di stampa relativi al caso Pugliese: